“Dal verbo ‘suchen’ i tedeschi fanno il participio presente ‘suchend’ e lo usano sostantivato, ‘der suchende’ (colui che cerca) per designare quegli uomini che non s’accontentano della superficie delle cose ma d’ogni aspetto della vita vogliono andare in fondo ragionando e rendersi conto di sé stessi, del mondo, dei rapporti che tra loro e il mondo intercorrono. Quel cercare che è già di per sé trovare, come disse uno dei più illustri fra questi ‘cercatori’ e precisamente Sant’Agostino: quel cercare che è, in sostanza, vivere nello spirito”.
Massimo Mila SCELSE di introdurre un capolavoro quale ‘Siddharta’ di Herman Hesse con una ricerca approfondita sulla parola ‘CERCARE’, tanto emblematica nel suddetto romanzo. Per farla breve, Siddharta è un giovane indiano che decide di abbandonare la casa paterna e di unirsi ai Samana, asceti che vivono con il minimo indispensabile. Nonostante ciò, non riesce a raggiungere la rivelazione spirituale tanto bramata e nemmeno entrando a far parte della setta di Buddha Gotama. Decide quindi di PARTIRE ancora una volta per CERCARE l’illuminazione autonomamente, riuscendoci dopo molto tempo grazie ad un esperire molto più vasto e personale.
Siddharta sceglie di partire. SCEGLIE di PARTIRE.
Non mi stupisce affatto scoprire che ‘partire’ e ‘scegliere’ siano due azioni che percepiamo distintamente ma che in realtà sono molto simili alla radice:
PARTIRE: denominativo di ‘pars’, ovvero ‘parte’.
Il senso primitivo è quello di DIVIDERE IN PARTI, d’onde il passaggio al significato neutro di separarsi e muoversi da un luogo.
SCEGLIERE: ex + eligere, ovvero ‘da + selezionare, preferire’
Significa cosa o chi va selezionato o preferito rispetto ad altro o altri che costituiscono “l’ex” rispetto al quale effettuare la scelta.
È lampante come in entrambi siano insiti un atto di libertà e di responsabilità, una soglia temporale, spaziale e mentale che ci permettono di distinguere nettamente qualsiasi cosa e di concretizzare tale atto.
Dal canto nostro abbiamo scelto di partire. PARTIRE è SCEGLIERE, scegliere di partire. L’attesa ha lavorato all’interno di ognuno di noi, maturando la capacità di porre soglie, di distinguere le parti da ‘eligere’; e osservando il paesaggio cambiare da questa finestra sul mondo posso dire di aver messo in atto questa distinzione.
Mauro Serafin