Da una conferenza
Il corpo è un organismo, il mondo è un organismo, dunque, il corpo, è un mondo… o forse il mondo è un corpo?
Entrambi gli elementi in questione sono oggetti da scoprire, da RI-scoprire. Ambedue rappresentano determinazioni spaziali: lo spazio del corpo, che determina un mondo si particelle al suo interno ed un mondo di relazioni al suo esterno, che avvengono con altri corpi, altri sentimenti, altre particelle.
Determinazioni spaziali dicevamo, determinazioni spaziali che ci vengono date, donate con la vita con il compito di scoprirle nel tempo. La crescita è scandita infatti dalla scoperta di come funzionano le varie parti del corpo, dalle teorie freudiane sui piaceri censurabili dell’infante, ai primi passi di un bambino, le prime parole, fino alla pubertà e le sue potenzialità sessuali che decadono con l’anzianità prostatica. Poi vi sono le epoche dell’umanità dalle cui scoperte impariamo invece quali sono i funzionamenti degli organismi di cui non abbiamo esperienza cosciente o dei fenomeni naturali più sconvolgenti.
Spesso la ricerca alla scoperta del mondo non è direzionata, dove andiamo non sempre lo sappiamo ma tante volte perdersi è l’unico modo per trovare qualcosa che non si sa dove sia, per questo nel ritornello della canzone avete sentito urlare “cosa cerco non lo so”. Il senso di smarrimento legato all’anima o al corpo è qualcosa che ci sa mettere in moto e bloccare allo stesso momento. La vertigine. Ma cosa c’entra la musica con tutto questo?
La musica, arte senza corpo per eccellenza, che si espande attraverso vibrazioni, cosa c’entra con il nostro tema?
La musica è un linguaggio e, come tale, mette in comunicazione le persone. Ma a differenza degli altri linguaggi (e senza dare ordini come fanno le parole), la musica mette in comunicazione due corpi, meglio, mette in comunicazione il movimento di due corpi!
Essa si crea muovendo il proprio corpo (facendo vibrare uno strumento o sé stesso) e la risposta più chiara che ne consegue, che la musica vuole è il ballo. La musica fa ballare! Non tutta ovviamente, v’è anche quella riflessiva, che fa muovere il pensiero, ma non è il pensiero solo un’altra parte del corpo?
La Musica veste il corpo liberandolo dalle costrizioni.
IL MONDO NUOVO, questo il titolo, racconta una ricerca, la ricerca della verità tramite la riscoperta del proprio corpo, del proprio mondo; la ricerca di un mondo nuovo e non di un nuovo mondo da distruggere con gli stessi comportamenti.
Leggiamo il ritornello…
Di quante cose ci siamo vestiti? Quanti falsi miti? Quanto ci camuffiamo per piacere? Quasi fino a non riconoscerci più, senza raccogliere niente, senza seminare nulla ma in un’eterna fuga dalla nostra dimensione di persone con un corpo ed un tempo limitati, che non possono durare in eterno senza rinnovarsi.
Esponiamo continuamente la nostra apparenza migliore, viviamo tutto con un fine che ignora il significato della parola fine, cerchiamo il sole non per il sole, il calore che infonde, ciò che ci mostra, ma per scattare una foto con la luce che meglio risalti la nostra immagine; vogliamo soldi non perché ci diano il tempo di godere le relazioni, ma per un orologio che faccia apparire il nostro tempo migliore di quello degli altri, cerchiamo la celebrità.
Tutte cose che il protagonista lascia (ho lasciato tutto quel che ho). Egli smette di fingersi un altro, come s. Francesco si spoglia, si mette a nudo di fronte a sé stesso, di fronte al mondo, elenca gli errori della sua vita e non si capacita di come abbia potuto perdere così tanto tempo facendosi prendere dall’odio, vivendo sulla difensiva ed arrivando da “vecchio bastardo” a chiedersi cosa voleva fare della sua vita.
Nonostante l’apparenza dia la sensazione di non poter ottenere sogni e soldi nella stessa vita ed i progetti vadano marcendo in un cassetto, egli continua a ricercare un mondo nuovo, continua ad interrogarsi sulla verità, continua a scoprire il suo corpo perché, finché si hanno più progetti che ricordi non ci si può definire anziani.
Usiamo il nostro corpo per fare esperienza, inseguiamo i nostri progetti, mettiamoci in gioco perché soldi e sogni, sentimenti e azioni, corpo e anima convivono e l’uno valorizza l’altro, come la musica valorizza il ballo. Walt Whitman : “anima è corpo, corpo è anima”.
Per questo un goal di messi può farci commuovere e un attore può piangere sul palco, per questo siamo vivi: per contribuire alla scoperta del mondo e renderlo nuovo, cioè migliore. Ogni corpo, oggetto, è nuovo per chi lo vede la prima volta, ma quanti sanno renderlo migliore?
Chi ha scoperto l’america, l’ha resa migliore? Vostro padre e vostra madre concependo voi hanno scoperto un mondo nuovo?
Ho smesso di fingermi un altro
distrarmi con whiskey e tabacco
dipingermi il viso di bianco
parlare di soldi soltanto
miglia d’asfalto
foreste di fumo profumo di pianto
consumo il mio tempo
Verso il miraggio di un altro miliardo
una maschera come un pagliaccio
l’urlo di munch vivo in un viaggio
un lavoro di merda
e la coca-cola ghiaccio
voglio solo un mondo nuovo
cosa cerco non lo so
ho fatto le valigie al volo
ho lasciato tutto quello che ho
i soldi per un orologio
per un’altra possibilità
il sole per un’altra foto
oppure la celebrità
ad amarti ho provato l’odio mi ha preso
poi sono fuggito
mi sono difeso
ma ora mi chiedo che cosa è cambiato ?
Che cosa volevo ?
Dove sono finito ?
Sono in ritardo e quando mi guardo
Mi sento codardo, vecchio, bastardo
ho solo una laurea presa per sbaglio
1000 progetti marciti su un foglio
ho solo la rabbia
Di chi avuto soldi ma non ha più sogni
ho solo la rabbia
Di chi avuto sogni ma non ha più soldi
Ho solo la rabbia
voglio solo un mondo nuovo
cosa cerco non lo so
ho fatto le valigie al volo
ho lasciato tutto quello che ho
i soldi per un orologio
per un’altra possibilità
il sole per un’altra foto
oppure la celebrità
Mi sveglio e non mi accorgo di sognare
Dormo e non so dove guardare
Sono stanco non voglio più pensare
Una prigione senza strade per scappare
Truman show
Senso strada per scappare
Truman show
Sono stanco cosa strada per scappare
Truman show
Scendo il cane in strada e mi sento un po’ black
Vedo solo autonomi con un’anima un po’ fake
La chiamano memoria ma è soltanto Google
Mi siedo muto a cena e mi sono scordato tutto
Navigare in uno schermo
Una vita da disperso
È l’inferno a cielo aperto
Ed io ci sono dentro
Vedo gente camminare clandestini e precari
Vedo gente coccolare cagnolini e parlarci
Vedo gente delegare i suoi doveri sempre agli altri
Vedo gente virtuale postare per parlarsi
Navigare in uno schermo
Una vita da disperso
È l’inferno a cielo aperto
Ed io ci sono dentro
Navigare in uno schermo
Una vita da disperso
È l’inferno a cielo aperto
Faccio discorsi sentiti già visti scritti sui libri da qualunquisti
Eppure il problema rimane
Persone sempre più sole
Filtrano foto con giochi di luce che fanno apparire un poco più vivo
Un punto di vista che uccide per gioco ciò che è diverso e creativo
Navigare in uno schermo
Una vita da disperso
È l’inferno a cielo aperto
Ed io ci sono dentro
Ooooh, Salewa!